Festa d’aprile

Inutile girarci intorno. Anche se ancora mancano parecchi giorni, il Salone del Mobile è già nella testa di tutti. La ragione è semplice: gli esseri umani sono animali relazionali. Con buona pace del Metaverso su cui sta investendo dollari a palate il signor Zuckemberg, soprattutto dopo la sbornia di smart working, virtualità e chat come se non ci fosse un domani le persone rispondono con gioia al piacere dello stare con altre persone.

In fondo cos’altro sono le Fiere se non macchine relazionali? A Parigi la prima ebbe luogo nel 629 sotto il re Dagoberto. Dedicata a S. Dionigi durava quattro settimane e si conservò fino al 1789. Una sola delle antiche fiere ha saputo trovare il modo di rispondere alle esigenze moderne. Nel 1850 alcuni produttori di vetri e ceramiche ebbero l’idea di proporre solo il campionario e non l’intero lotto. Questa nuova formula ebbe successo e venne adottata da tutte le fiere moderne. Con la fiera di Milano l’Italia non solo seppe creare un mercato grandioso ma “seppe introdurvi quelle modificazioni di libertà, agilità di movimento, buon gusto e varietà così da ottenere un complesso armonico e vivace tale da riuscire in brevissimi anni a prendere una posizione eminente e a creare una tecnica di primo piano che trovò, totalmente o parzialmente, imitatori fortunati”. Insomma, siamo stati bravi sin dall’inizio. Il successo mondiale del “Salone” e lo straordinario effetto domino sull’intera città lo testimoniano.